Vibrance

La tecnica

Tecnica estetica che permette di intervenire sui volumi del volto senza iniettare alcun materiale o farmaco.

Aree di interesse
  • Ricostruzione volumetrica di labbra.
  • Trattamento rughe d’espressione.
  • Idratazione del viso e decolletè.
  • Ricostruzione dello zigomo.
  • Riduzione della ritenzione idrica.
  • Tonificazione cutanea.
  • Elettrodrenaggio linfatico.
  • Trattamento cicatrici.
  • Mobilizzazione del tessuto adiposo.
  • Push up seno e glutei.
Needle Shaping?

Tecnica microchirurgica in grado di eseguire un micro trapianto nel sottocutaneo e contestualmente una biostimolazione. Il Vibrance utilizza questa tecnica per aumentare il volume di labbra, zigomi e cicatrici depresse senza iniettare alcun tipo di materiale o farmaco. Questi trattamenti sono in grado di armonizzare in modo naturale il volto e il corpo senza rischi e senza effetti indesiderati.

Come avviene
L'intervento dura pochi minuti e non è doloroso.

È possibile aumentare il volume delle labbra, degli zigomi e delle cicatrici depresse senza iniettare alcun tipo di materiale o farmaco? La risposta è sì grazie a una tecnica denominata Needle Shaping, o ricostruzione volumetrica autologaem. “Si tratta di un microscopico auto trapianto di tessuto per trazione, anche se forse sarebbe meglio parlare di auto impianto, eseguito mediante un ago sottile, simile a quelli usati per l'agopuntura attraverso cui si eroga una corrente programmabile nei parametri fondamentali (PulseWidth e Pulse Repetition Rate) miscelata con una galvanica ad alta tensione e limitata. Si potrebbe anche miscelare a queste 2 una terza corrente idonea all’apertura dei poro-canali di membrana a una frequenza specifica. Le correnti miscelate, potenziate dalla loro azione sinergica, regolate a una intensità tale da non essere percepite dal paziente se non in certi punti particolarmente sensibili, disidratano leggermente le fibre elastiche del derma e fanno sì che esse si aggancino all’ago. A questo punto si avvolgono con estrema delicatezza fino a ottenere una sorta di fuso di materiale autologo che è visibile al movimento dell’ago. La trazione esercitata deve essere tale da ottenere un certo volume di fibre senza mai strapparle. I liquidi devono essere eliminati osmoticamente per deprivazione salina mediata dalle correnti, per evitare lo srotolarsi delle fibre e del collagene. La corrente elettrica deve avere caratteristiche idonee a far migrare parte dei sali interstiziali che altererebbero la durata nel tempo dei risultati ottenuti. Infatti, diversamente da altre tecniche di autotrapianto, ci si limita ad assottigliare la parte donatrice per rigonfiare le volumetrie in minus. Le strutture donatrici, assottigliate, riprendono i volumi iniziali nei 28 giorni successivi, mentre la parte ricostruita, raggiunge il volume definitivo dopo circa 7 giorni per mantenerlo a lungo”.

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